Il 29 novembre 1963, dopo l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy a Dallas e dopo lo storico discorso “I have a dream” di Martin Luther King il grafico e fotografo Ken Garland scrisse il manifesto “First things first”. In un periodo di fervore politico e sociale, il documento è una sollecitazione verso gli artisti e i grafici ad adottare una forma di progettazione più etica basata su una riflessione in chiave critica del contesto, mettendo arte e grafica non più al servizio del capitalismo.
Oggi “First things first” è diventato anche un libro pubblicato dalla docente ed esperta di comunicazione Daniela Piscitelli che invita a riflettere sui manifesti contemporanei e sui messaggi comunicativi durante tempi fragili dalla fine incerta.
Gli artisti coinvolti saranno chiamati a riflettere attraverso la creazione di un loro manifesto su uno stato di emergenza prolungato, non più intervallato da alti e bassi ma un continuo processo di ricostruzione e adattamento.
Gli artisti coinvolti elaboreranno un contenuto multimediale, una dichiarazione di intenti di questo periodo di vita e di ricerca artistica. L’assodata centralità del visivo nella comunicazione nel contemporaneo, la miriade di profili e contenuti che gli artisti contemporanei devono produrre per auto promuoversi ha infatti reso sempre più superfluo il ruolo del manifesto artistico.
La costituzione temporanea di una vetrina prettamente virtuale, che ripensa il nostro spazio fisico ci fa interrogare sulla ragione d’essere delle esposizioni future esortandoci a creare uno spazio non solo visivo ma anche di confronto. Così facendo adattiamo i nostri consueti linguaggi ad una situazione critica plasmandoci all’oggi, e manifestando in questo luogo virtuale l’interesse, la promozione e la scoperta di nuovi giovani artisti del panorama nazionale.
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- Come lenzuola al vento, un’attualizzazione del manifesto, di Bianca Basile, 8 aprile 2021, https://www.balloonproject.it/innestospazidiricerca/